Empatia, personale curata da Yann Chateigné Tytelman presso la galleria Xavier Hufkens / Espace Rivoli a Bruxelles offre una riflessione approfondita sul lavoro di Giorgio Griffa, mettendo in dialogo opere recenti (2023 e 2024) del ciclo Disordine - qui esposte per la prima volta - con tele di fine anni ’60 e anni ’70 del ciclo Segni primari.
Scrive il curatore: «Il linguaggio pittorico di Griffa, apparentemente razionale, materialistico e decostruttivo, ha portato i critici a collegarlo a movimenti concettuali degli anni '70, come l'Arte Povera, il Minimalismo e Supports/Surfaces. Negli anni 2000, l'attenzione si è rivolta a una poetica del vuoto e un'estetica del ritiro. La mostra evidenzia come il mondo dell'artista, radicato nell'osservazione della natura, si basi su un rituale di pazienza, precisione quasi scientifica e un movimento vitale che richiama le origini della sua pratica: la rappresentazione della natura e i segni nel paesaggio».
La mostra evidenzia un sempre mutevole e vitale equilibrio nel lavoro di Griffa tra ordine e disordine, simbolo di una realtà complessa e mutevole, ponendo l’accento sull’empatia come concetto chiave del rapporto tra l’artista, la tela e l’osservatore. Empatia diventa così una lente attraverso cui cogliere la profondità della pittura e la sua capacità di rinnovarsi e far dialogare passato e presente, segno e spazio.